Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/381

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344 LIBRO conformarsi. Questa raccolta formata da Salvio Giuliano ebbe il nome di Editto perpetuo , e servì di norma e di’ regola nel giudicare fino a’ tempi di Costantino, da cui per cagione della religion cristiana altre mutazioni si introdussero nella giurisprudenza, come a suo luogo vedremo: benchè nel foro anche allora l’Editto perpetuo conservasse il suo antico vigore. Veggansi tutto ciò che appartiene a questo Editto perpetuo, presso i molti autori della storia della romana giurisprudenza, e singolarmente presso l’Eineccio, che non solo un’assai erudita Storia di questo Editto ci ha lasciata, ma dagli antichi giureconsulti ne ha diligentemente raccolta una non piccola parte (in Opusc. posthum. ed. Genev. 1748)IX. Più scarse notizie abbiam di Pegaso, eli’ è l’altro giureconsulto di cui ci siam prefissi di ragionare. Egli è uno de’ senatori, cui descrive il satirico Giovenale (sat. 4)? chiamati con gran premura da Domiziano a consultare su qual piatto avesse a porsi uno straordinario rombo che gli era stato portato: Primus.... rapta properabat abolla Pegasus, attonitae positus modo villicus urbi. Anne aliud tunc praefecti? quorum optimus, atque Interpres legum sanctissimus, omnia quamquam Temporibus diris tractanda putabat inermi Justitia. ib. v. 76, ec. Ne’ quali versi noi veggiamo accennata la prefettura urbana di cui fu Pegaso ornato, che perciò da Giovenale si chiama scherzevolmente col nome di castaldo; perciocchè, dice, tali appunto erano a’ tempi di Domiziano i pretori