Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/50

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preliminare 13

alle la pittura, dopo essere stata rozza per oltre a due secoli, divenisse tutto ad un tempo perfetta , benchè le cause morali non vi aves sero più influenza di prima. Io dico che non: vi ha argomento più stringente di questo a provare che non sono le cause fisiche quelle che operano cotali rivoluzioni nelle scienze e nelle arti. Perciocchè supponiamo che il clima d’Italia innanzi al fine del secolo xv fosse tale che non permettesse agl1 Italiani il divenire, a cagion d’esempio, egregi dipintori. È egli possibile che lutto ali’ improvviso seguisse sì gran mutazione di clima, che gl’italiani di rozzi ed inesperti divenissero tosto fini ed eleganti pittori?! Questa mutazione è ella effetto per avventura di un turbine, o di una burrasca che in un momento si leva e passa; o non anzi di varie cagioni che lentamente operando, di gran tempo abbisognano per conseguire l’effetto? Noi abbiamo bensì esempi di climi insalubri prima e nocivi, poscia per nuove eslrini secbe circostanze a poco a poco divenuti più innocenti; ma di mutazione totale e improvvisa, sicchè un clima d’aria torpida e lenta divenga tutto ad un tempo di aria viva e sottile, dove troverassi mai esempio? Se dunque le arti arrivano con subitaneo progresso alla lor perfezione, non può essere ciò effetto di cagioni fisiche di clima, di esalazioni, e somiglianti, che non possono adoperare con sì improvvisa efficacia.

XI. Più convincente parer potrebbe un’altra ragione che dallo stesso autore si adduce su questo argomento medesimo. Le arti, die’egli,