Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/514

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SECONDO 477 duali aveva avuto parte, perciocchè era stato (adoperato in pubblici ragguardevoli impieghi l 1, n. 4). Ma di lui null’altro sappiamo. Fozio ne loda assai l’eleganza dello stile (Bibl. c. 81); ma la maniera non troppo favorevole con cui (egli parla di Alessandro Severo, e le lodi che dà al crudele Massimino, rendono a molti sospetta la sua sincerità (V. Voss. de Hist.gr. l. 2, c. 15). Per ultimo non deesi qui tacer di Eliano, e tanto più che credesi comunemente ch’ei fosse romano di patria. Abbiamo altrove parlato di un Eliano greco autore di un’opera intorno all’ordinare le schiere, che visse ai tempi di Adriano, e abbiamo ivi accennato l’opinione di Jacopo Perizon appoggiata ad assai forte ragioni, che non sia già egli l’autore di due altre opere che sotto il nome di Eliano ancor ci rimangono, una intitolata Storia Varia, l’altra Della Natura degli Animali; ma che sia un altro Eliano diverso dal primo. Filostrato parla (Vit. Soph. l. 2) di un Eliano sofista nato in Palestrina, ma così erudito nella lingua greca, che in essa esprimevasi scrivendo e parlando non altrimenti che se fosse ateniese; e di lui racconta che dopo essersi esercitato per alcun tempo nel declamare, secondo il costume ordinario de’ Sofisti, non reggendoli a ciò le forze, si volse a scrivere. Di lui parla ancora Suida (in Lex.), e dice con parole troppo generali, che dopo i tempi di Adriano insegnò rettorica in Roma. Or il Perizon dimostra con ottimi argomenti (praef. ad Aelian. Var. Hist.), che questi non potè vivere che a’ tempi di Alessandro Severo , e che perciò non può essere