Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/302

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TERZO 2/[l appoggiare la spedizione fatta da Carlo Magno a Pavia di un dotto Scozzese a tenervi scuola, questo fatto cade interamente, nè si può provare che alcuno straniero fosse a tal fine mandato in Italia da Carlo Magno. IX. Io non ho fatta finor menzione dell’erudito storico dell’Università di Pavia, Antonio Gatti, il quale più lungamente di tutti si è steso su questo argomento, per dimostrare che la detta università fu da Carlo Magno fondata (Hist. Univ. Tic. c. 5, 6, 7, 8, 9, 10); ma ho voluto prima mettere in chiaro, quanto più era possibile, la quistione, perchè in tal modo si vedesse più facilmente il poco peso delle ragioni eli’ egli arreca in difesa del suo parere. Ei sostiene in primo luogo come verissimo il racconto del Monaco di S. Gallo, e a confermarlo in modo che non ne possiam dubitare, reca il testimonio di molti eh egli chiama scrittori antichi. Ma chi sono essi? Il più antico di tutti è Vincenzo Bellovacese, autore del XII secolo, e a cui qual fede si debba in ciò che è storia più antica de’ suoi tempi, è noto ad ognuno. E molto più che egli rapporta il fatto quasi colle istesse parole del Monaco di S. Gallo, da cui si vede che tutti l’han ricavato. Gli altri scrittori son tutti de’ secoli posteriori, e perciò molto men degni di fede, ove si tratta di cosa antica di cui essi non adducano certe pruove. Passa poi il Gatti a ricercare chi fosse il monaco spedito a Pavia; e qui ancora gli avviene ciò che suole avvenire a chi vuol fondare i suoi racconti sugli autori più recenti, invece di consultare gli antichi. Vede in essi Tiraboscih, Voi. III. 16