Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/361

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IX. Sue opere. 300 LIBRO cui così egli è introdotto a parlare di se medesimo: Is me tum claustris servari jusserat heros, Unde quidam (forte quidem) voluit, me revocare satis; Sed suprema dies jussu delata Tonantis, Hac memet voluit ponere corpus humo. Alle quali testimonianze pare che debbasi maggior fede, che al racconto di un monaco (Letaldus de Mirac. S. Maximini, c. 23), che il fa morto di veleno datogli, mentre era già in viaggio per tornarsene ad Orleans , da coloro che usurpati aveano i beni della sua chiesa. IX. Oltre i Capitoli da lui scritti a regolamento del suo clero e della sua diocesi, e oltre la confutazione ch’egli fece probabilmente, come si è detto, del libro di Felice di Urgel, ma di cui nulla ci è rimasto, abbiamo di Teodolfo un libro intorno all’Ordine del Battesimo, ossia alle cirimonie in esso usate. Carlo Magno per eccitare i vescovi allo studio delle scienze sacre piacevasi spesso di proporre or agli uni, or agli altri alcune quistioni appartenenti al dogma o alla disciplina; e molti singolarmente furon da lui interrogati di questo argomento; e fra gli altri Magno arcivescovo di Sens. Questi commise a Teodolfo di scriver su ciò 5 e Teodolfo il fece col mentovato libro , che cel fa conoscere uomo nella Sacra Scrittura e nelle scienze ecclesiastiche versato assai. Un altro libro per comando di Carlo Magno egli scrisse intorno allo Spirito Santo, in cui però altro egli non fece che raccogliere semplicemente i passi dei Santi Padri, in cui ne ragionano; e tra essi