Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/555

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494 LiBno fece alla conferenza tenutasi in Costantinopoli intorno agli errori de’ Greci da Anselmo vescovo di Avelberga e poi arcivescovo di Ravenna, spedito colà suo ambasciadore dalfimperador Lottario II co’ più dotti di quella nazione, Abbiamo ancora la relazione che questi ne scrisse al pontefice Eugenio III (Dacher. Spicil. t. 1 nov. ed. p. 161) , in cui parlando di color tra’ Latini clic vi erano intervenuti, tre Italiani nomina singolarmente, come i più dotti fra gli altri: Aderant quoque non pauci Latini, inter quos fuerunt tres viri sapientes in utraque lingua periti et literarum doctissimi, Jacobus nomine Veneticus natione, Burgundio nomine pisanus natione; tertius inter alios praecipuus, graecarum et latinarum literarum doctrina apud utramque gentem clarissimus, Moyses nomine, Italus natione , ex civitate Pergamo: iste ab universis electus est, ut utrinque fidus interpres esset (l. 2, c. 1). Di Jacopo Veneziano diremo nel tomo seguente. Di Mosè da Bergamo dovrem parlare in questo capo medesimo. Questi due adunque insiem con Burgondio intervennero, ed ebber parte alla conferenza mentovata poc’anzi; e il passo qui riferito ci fa vedere qual concetto aveasi di questi tre valentuomini. L’altra celebre adunanza a cui fu presente Burgondio, fu il Concilio tenuto in Roma l’an 1179, come dimostra il Muratori (Ann. d’Ital, ad h. an.), e non nel 1180, come altri scrissero. Roberto del Monte, scrittor quasi contemporaneo a Burgondio, dice (in Chron. ap. Pistor. Script. rer. germ. t. 1) che tra gli altri andovvi questo celebre giureconsulto, in ter quos vixit quidam civis