Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/569

Da Wikisource.

5o8 LIBRO Gregorio VII, e scrisse la Storia della sua patria dall’anno 925 fino al 1076. Scrittor fedele ed esatto, fu nondimeno per qualche tempo fervido difensore degli ecclesiastici rivoltosi che scuoter volevano la legge del celibato; ma egli stesso poi riconobbe e rittattò il suo errore (l. 4, c. 13). Non così il secondo scrittore vissuto al tempo medesimo, cioè Landolfo soprannomato il vecchio, che scrisse pure la Storia dei tempi suoi, ma impegnato ostinatamente nel medesimo errore, cui per qualche tempo avea seguito Arnolfo , la riempiè di maldicenze e di villanie contro de’ romani pontefici e di tutti i sostenitori dell1 ecclesiastico celibato. Nè in ciò solo, ma anche nella scelta de’ fatti si mostra Landolfo poco felice, poichè imbratta i suoi racconti di favole e di errori senza fine; di che veggasi il Muratori (Script. rer. ital. l. cit. p. 49), il quale ancora sostiene esser questa quella Cronaca stessa che fu già attribuita a Dazio arcivescovo di Milano. Assai migliore storico è l’altro Landolfo , a distinzione del primo soprannomato il giovane-, e detto ancora di S. Paolo, dalla chiesa al cui titolo egli era stato ammesso agli ordini sacri. Ch’ei facesse in Francia i suoi studj, già f abbiamo altrove mostrato (V. sup. l. 4, c. 2 , n. 19). Egli ancora fu involto nelle turbolenze da cui Milano sua patria era allora agitata per le accennate controversie sul celibato. Ma egli si tenne fermo per la buona causa, che avea uno de’ più intrepidi difensori in Liprando zio del nostro storico. Delle vicende a cui Landolfo fu perciò esposto, e del ritirarsi che per due