Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/573

Da Wikisource.

5l2 LIBRO qual pregio si debba avere. Qui di fatto non trovansi le vecchie favole popolari di cui comunemente son piene le storie di questi tempi; ma i fatti vi vengon narrati con uno stile certo non colto, ma semplice e schietto, e che colla sua medesima semplicità ci dà un pegno sicuro della verità de’ racconti; e molto perciò dobiam esser tenuti al ch. Muratori che prima d’ogni altro ha posti in luce questi scrittori. XIV. Ma copia assai maggiore di storici ebbero a questi tempi quelle provincie che or formano i regni di Napoli e di Sicilia, perchè le grandi rivoluzioni che vi accaddero, risvegliarono in molti il pensiero di tramandarne a’ posteri la memoria; ed anche perchè i principi che vi ottennero signorìa, bramarono che le loro imprese fossero celebrate. Guglielmo Pugliese avea in versi descritte le guerre de’ Normanni , come poc’anzi abbiamo osservato. Lo stesso argomento prese a trattare in prosa Goffredo soprannomato Malaterra, di cui abbiam quattro libri di Storia della Sicilia da lui scritta per ordine di Ruggieri conte di quell’isola, a’ cui tempi vivea, e condotti fino all’anno 1099. Di questo storico mi basta accennare il nome e l’età, perchè non ci abbiano a rimproverare i Francesi, che facciam nostri i loro scrittori, essendo certo che Goffredo non fu italiano, ma probabilmente normanno. Si può vedere ciò che scrivon di lui i più volte citati Maurini. (Hist litt, de la France, t. 8, p. 481), e il Muratori che dopo altri ne ha pubblicata la Storia (Script. rer. ital. vol. 5, p. 539), il quale ancora confuta i non pochi errori del Vossio intorno a