Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/602

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QUARTO 54I «tessi Maurini autori della Storia letteraria di Francia, a cui ninno, io credo, darà la taccia di adulatori degl1 Italiani: Fino (a’ tempi (di Lanfranco e di S. Anselmo, dicono essi (t. 7, p. 131), non si videro tra’ nostri Francesi logici, o dialettici valorosi. La dialettica era secondo la prima sua istituzione l’arte di ragionar giustamente e sodamente, e di arrivare per le vie più sicure allo scoprimento del vero. A ciò non poteasi giugnere senza quelle giuste idee che dipendono dalla cognizione delle cose; ma in questo secolo appena pensavasi ad acquistarle. La dialettica non si faceva consistere che in parole e in leggi, di cui comunemente non sapevasi fare V applicazione... Per rimediare a questi essenziali difetti, S. Anselmo compose il suo trattato del Gramatico, che è un vero trattato di dialettica, in cui egli prende a farci conoscere i due generali oggetti di tutte le nostre idee, la sostanza e la qualità. Con ciò egli ottenne di purgar la filosofia del suo tempo, e di darle qualche grado di perfezione. Le opere filosofiche di Lanfranco, e quelle di Odone che fu poi vescovo di Cambrai, vi contribuirono pure non poco. Per opera di questi tre grandi filosofi si vide risorgere il metodo degli antichi. Così essi; ove però vuolsi avvertire che Odone vescovo di Cambrai fu posteriore di tempo a Lanfranco e a S. Anselmo (V. Hist littér. de la France, t. 9, p. 583, ec.), e che perciò a questi due Italiani deesi il vanto di aver richiamato in Francia il buon gusto, e di aver riaperta la strada allo scoprimento del vero.