Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/617

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556 LIBRO se non degli studi c del saper di Gherardo, eh’ei dovette verisimilinente in gran parte a Toledo, almen della sua nascita, il che pure non è picciolo pregio (*). X. I primi studj nondimeno furon da Gherardo fatti in Italia, come abbiam udito affermarsi da Francesco Pipino; ma avendo egli osservato che assai rari erano in queste provincie i libri degli antichi filosofi e matematici, e sapendo che presso gli Arabi delle Spagne ve n’avea gran copia, recossi a Toledo, e appresa la lingua arabica si accinse al faticoso esercizio di recare da quella lingua nella latina quanti potè di tai libri appartenenti o alla filosofia, o alla medicina. Lo stesso storico dice che 76 furono i libri di queste materie da Gherardo (*) Ad avvalorar le ragioni colle quali io ho provato che Gherardo fu cremonese , c non carnionesc, come ha preteso di provare il sig. ab. Lampillas (Sag. della Letter. spagli. I. 1, p. 1^7) si aggiungono i codici delle versioni da esso fatte, che si conservano nella Laurenziana in Firenze, e che sono stati di fresco prodotti nel suo diligente cd esatto Catalogo dal eh. sig. canonico Bandini (Cai. Godei, mss. latin, voi. 3, p. 471 e,,;.) ove egli sempre è detto cremonese; ma più ancora clic 1 codici, giova a provailo una nota al fine d’uno di essi aggiunta, che è la seguente: F.xplicil Liber Divisiotuim translaius a Magistro G. Cromonemi de Arabico in Latinum in Civitate Toletana, postea oblatus Cremonam a Magistro P. jam dicti Magìslri G. nepote in Ecclesia S. Lucine le Cremona , patet multls eurn petentibus (ib. p. 48). Questo documento a me par che tronchi del tutto questa contesa, e che faccia conoscere che l’abate Lampillas potea risparmiarsi la pena d’impiegar quindici pagine per provare con inutili sottigliezze che Gherardo fu spagnuolo.