Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/644

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qijaato 583 vi è forse , direi quasi, fanciullo alcuno che non sappia che il papa Vittore III fu l’abate Desiderio di Monte Casino? IV. Assai maggior fama però ottenne la scuola medesima, quando essa ebbe l’onore di offrire al re d’Inghilterra una raccolta di precetti per conservare la sanità. Noi abbiamo ancora questa raccolta distesa in versi esametri, ma con alcuni pentametri a quando a quando inseriti. I versi per la più parte sono o leonini, o rimati, e scritti in quel barbaro stile che allora era il più usato. Diversi titoli ha in diversi codici e in diverse edizioni, ed or si appella Medicina salernitana, ora de Conservanda bona valetudine, ora Regimen sanitatis Salerni, ora Flos medicinae. I versi sono in numero di 373, ma, se crediamo a Giovanni Schenkio, essi erano prima 1639. Qual fondamento arrechi egli di questa sua opinione, non saprei dirlo; poichè io non ho veduta la Biblioteca medica di questo autore, ov’ei l’afferma, ma solo il passo che il Vossio ne arreca (De natura. Artium l. 5), in cui ancora egli asserisce che in alcuni codici i versi arrivano al numero di 664, e in alcuni fino a 1096. Di questi precetti per conservare la sanità alcuni moderni medici han favellato con gran disprezzo; ma nondimeno le tante edizioni che di essi abbiamo, e le tante versioni in diverse lingue, e i tanti comenti con cui sono stati illustrati, dei quali puossi vedere il catalogo nelle Biblioteche mediche del Mangeri e del Lipenio, sono una non ispregevole pruova della fama a cui quest’opera è salita. Ma io non debbo entrare all1 esame di questa operetta; e quando pure io