Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/673

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612 LIBRO del Monte da noi pure ivi recate, ove afferma che Lanfranco insiem con Guarnerio, trovate avendo le leggi romane presso Bologna, cominciarono a interpretarle pubblicamente. Egli confessa che questo Guarnerio non è altri che il famoso Varnerio ossia Irnerio, che questi visse certamente molti anni dopo Lanfranco, e che | perciò ha errato Roberto nell’unirli insieme. Ma ciò non ostante afferma che essendo Roberto vissuto nel monastero stesso di Bec, di cui era stato priore Lanfranco, e avendo potuto conoscer parecchi che con lui avean vissuto, deesi credere che fosso ben istruito in ciò che apparteneva alla vita di questo illustre prelato; e che perciò, benchè egli abbia commesso errore nel far Lanfranco coetaneo d’Irnerio, deesi credere però, che non abbia errato nell’affermar che Lanfranco tenne scuola di leggi in Bologna. Io rispetto il parere di sì dotto scrittore; ma confesso che non so indurmi sì facilmente a seguirlo. Milone Crispino nella Vita di Lanfranco non fa motto di tale scuola da lui tenuta, benchè pure rammenti, come abbiamo veduto, lo studio della giurisprudenza da lui coltivato, e il plauso con cui ne diè saggio nel trattare le cause in Pavia sua patria. Or Milone visse egli pure nello stesso monastero di Bec, e fu alquanto più vicino di tempo a Lanfranco; e avendo preso a scriverne minutamente la Vita, egli è a credere che più esatte e più sicure notizie raccogliesse intorno a Lanfranco, che non Roberto, il quale avendo preso a scrivere una Cronaca generale de’ suoi tempi, non dovette essere ugualmente sollecito di ricercare