Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/118

Da Wikisource.

PRIMO 97 di Napoli, afferma ch’essa per le vicende dei tempi era assai decaduta; e comanda perciò ch’ella sia ristabilita nell’antico splendore, e che in niun altro luogo del regno si possano tenere scuole, trattane quella di medicina in Salerno, e a’ professori e agli scolari conferma e concede di nuovo tutti que’ privilegi che da suo padre erano stati lor conceduti. Abbiamo ancora una lettera dello stesso Manfredi scritta a un professor del Decreto, di cui non esprime il nome, nella quale il destina a tenere scuola di canoni nella stessa Università di Napoli. Amendue questi monumenti ch’erano già stati pubblicati dal Baluzio (Miscell, ed. Lucens. t. 3, p. 104), sono stati di nuovo dati alla luce dal p Martene (Collect. ampliss, t. 2, p. 1218). Ni un di essi ha aggiunta la data dell1 anno in cui da Manfredi furon segnati; ma sembra probabile che ciò avvenisse non solo dappoichè egli ebbe ricuperata Napoli, il che avvenne l’anno 1256, ma anche dappoichè egli ebbe preso il nome e le insegne reali l’anno 1258. Ma anche le sollecitudini di Manfredi non pare che ottenessero il bramato effetto; al che dovette non poco contribuire l’aver egli avuta sempre contraria la corte di Roma, da cui fu poscia condotto in Italia Carlo d’Angiò, che, vinto ed ucciso in battaglia Manfredi, divenne pacifico posseditore del regno. XVIII. Tra i monumenti pubblicati dal suddetto P. Martene abbiamo una lettera di un. papa a un re di Sicilia (ib. p. 1274), in cui lo 1 esorta, perchè essendo omai terminate le turbolenze da cui era stato in addietro sconvolto Tikaroscui, Voi. IV. 7