Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/152

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PRIMO I 3 I e ponendo le straniere nazioni al possesso di ricchissimi regni, lasciarne ad esse tutto il vantaggio , ed appagarsi dell.i gloria di averle loro additate. Nel secolo di cui scriviamo, non dobbiam vederne che tenui cominciamenti, tali però che serviron di norma a quelli che lor vennero appresso. Io non parlerò nè de’ viaggi che furon) fatti per motivo sol di pietà, o per la conquista, o per la visita di luoghi santi, nè di quelli che altro fine non ebbero che di chiamare alla Fede le genti che n’eran prive. Cotai viaggiatori son degni della nostra venerazione: ma i loro viaggi non entran nel piano di questa Storia. Io parlo solo di quelli che furono intrapresi per osservare paesi e popoli sconosciuti , o di quelli che intrapresi forse per altro fine, giovarono nondimeno, per la diligenza che in essi usarono i viaggiatori, all’istruzion degli uomini e all" avanzamento delle scienze. 11. Il celebre Marco Polo, e Niccolò e Maffio, o Matteo, il primo padre, il secondo zio di Marco, sono gli unici celebri viaggiatori che in questo secolo noi troviamo. Marco ci ha data la descrizione de’ loro viaggi. Essa fu.stampata in Venezia l’anno 1496, poi fu inserita da Giambattista Ramusio nel secondo tomo della sua Raccolta di Navigazioni e di Viaggi pubblicato l’anno 1559), e finalmente di nuovo impressa in Venezia l’anno 15;)~ (V. Zeno Annot, alla ti ibi tlel Fon lanini, l. 2, p. 270). Di un’altra edizione fattane in Treviso 1 anno i5c)o, che si rammenta nella Storia generale de’ V iaggi (t. 27 ed. in 12, p. 9), io non trovo autor italiano che faccia menzione. Ne abbiamo ancora alcuno