Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/161

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14° LIBRO VII. La lunga assenza dalla patria aveane risvegliato gran desiderio ne’ nostri tre viaggiatori; ed essi perciò chiesero il lor congedo a Kublay. Egli, che assai gli amava, non avrebbe voluto che partissero dalla sua corte. Quando sopraggiunsero tre ambasciatori di Argon re dell’Indie, per chiedere in moglie pel loro sovrano a Kublay una giovane principessa di sua famiglia di diciassette anni detta Kogatim, che discendeva dalla sua stirpe medesima. Or mentre essi apparecchiavansi a tornare all’Indie, conosciuti i tre Veneziani, e inteso il desiderio che aveano di tornare alla lor patria , chiesero a Kublay, che per onorar maggiormente il lor sovrano e le nozze della giovane principessa, li destinasse a compagni del loro viaggio. Egli, benchè di mal animo, pur finalmente il permise, e dati loro gran contrassegni del suo favore, e aggiunti ad essi alcuni suoi ambasciatori al papa e ad altri principi cristiani, li congedò. Dopo una navigazion di tre mesi, giunsero a un’isola detta Jana o Java, e quindi navigando pel mare dell’Indie, dopo il viaggio di un anno e mezzo, come si legge nel codice Estense, giunsero alla corte di Argon; dove o perchè così volesse lo stesso Argon, come si legge nell’edizion del Grineo, o perchè questi frattanto fosse morto, come nelle altre edizioni si dice, la principessa fu data per moglie al principe di lui figliuolo, che nell’edizion del Ramusio si chiama Casan. Quindi i tre Veneziani , ricevute le solite tavolette d’oro, perchè fossero onorevolmente ricevuti ovunque approdassero , con molte ricchezze e con onorevole