Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/174

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PRIMO ] 53 libro, afferma ancora che Gencis-Kan era re de’ Tartari, e tributario di Ung-Kan ossia del Prete-Gianni. Se tutti gli errori di Marco sono somiglianti a questo, non vi ebbe mai scrittore più di lui veritiero. Non e: * egli forse Gencis-Kan principe de’ Mogoli? E questo tratto di paese non comprendevasi egli nella Tartaria? Leggasi la descrizione di quel vasto impero fatta dagli autori della Storia Universale (ib. p. 229)), e vedrassi che i Tartari occidentali chiamansi indifferentemente Tartari e Mogoli. Leggasi la medesima Storia (ib. p. 288), e vedrassi che Gencis-Kan unitosi cogli altri Kan de’ Mogoli, ricusò di pagare il consueto tribuno a Vang-Kan eli’ è appunto l’Ung-Kan di Marco Polo, e che è quel desso che fu in quel secolo conosciuto sotto il nome di Prete-Gianni (ib. p. 278). Che vi ha dunque di falso in queste parole del nostro scrittore? E come mai i suddetti scrittori han potuto così di leggieri accusarli di errore? Più ragionevole sembrar potrebbe il rimprovero eh1 essi fanno a Marco di aver errato nella serie de’ successori di Gencis-Kan, perciocchè Marco nomina Kui, Barkim, Allau, Mangu e Kublay; e le Storie più esatte nominano Oktay, Kayuk, Mangu e Kublay. Ma in primo luogo chi può accertare come siano stati da Marco scritti que’ nomi, e quanto gli abbiano contraffatti i copisti? In fatti nell’edizione del Ramusio si leggono diversamente i nomi de’ primi tre successori di Gencis-Kan, e diconsi Cyn, Banthyn ed Esu. Innoltre veggiam sovente che i gran Signori de’ Tartari aveano diversi nomi presso le diverse nazioni