Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/189

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lG8 UBBO possano di leggieri conciliare insieme le due contrarie opinioni. Io penso perciò, che nel corpo stesso dell’università di Bologna non vi fosse cattedra di teologia; e ciò mi sembra evidente dal non trovarsi monumento alcuno che di essa faccia menzione, nè memoria di alcun professore , di cui espressamente si dica che nella università di Bologna leggesse teologia, nè alcun indicio di laurea, o d1 altro onor accademico conferito per essa. Ma penso insieme che Bologna non fosse priva di tale studio. Il P. Sarti ha mostrato che sin da’ tempi più antichi erano in Bologna fioritissime scuole, non solo nella metropolitana, ma ancor ne’ monasteri di S. Felice e di S. Procolo (De Prof. Bonon. t. 1, pars. 1, p. 3). Or queste io credo che fosser le scuole nelle quali insegnavansi le scienze sacre. Quando poi furono introdotti in Bologna i due Ordini di S. Domenico e di S. Francesco, ne’ loro chiostri è probabile che si tenessero tali scuole. E de’ primi singolarmente lo ha provato il P. Fattorini (ib. pars 2, p. 2) con un documento dell’anno 1268, in cui delle loro scuole si fa menzione: Actum in domo Fratrum Praedicatorum juxta scholas ipsorum Frati um. E in un altro del 1302: Actum Bonon. in domo Fratrum Proedicatorum sub porticit domus scholarum. In queste scuole adunque dovetter tenere le loro lezioni e Rolando Bandinelli, detto poi Alessandro III, e quegli altri pochissimi, e per la più parte non molto noti teologi che si annoverano dal suddetto P. Fattorini , a’ quali però non dee tacersi il celebre taumaturgo s. Antonio da Padova, di cui con