Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/203

Da Wikisource.

183 LIBRO un solo, in cui chiarimente descrive e l’alto stato in cui Federigo sarebbe salito, e le finte promesse con cui avrebbe lusingati i pontefici, e la guerra che avrebbe poscia lor mossa, e l’anatema con cui sarebbe stato punito: Sane ipse Regulus altius volabit et latius, ut per cunctam Imperii latitudinem affligat Ecclesiam — Ilic tamen interim blandietur facie in principio ortus sui, sed tempore procedente, veluti alter Balthassar, abutetur in foeminarum concupiscentiis, Templi, scilicet Ecclesiae, vasis. Nam volatus ejus etsi culpam insinuet, tamen dolose et invide ipsum innuit esse ventumm — Cadct in gladio non viri, et gladius non hominis vorabit eum.... gladius scilicet non humanus, sed gladius spiritus verbi. Da tutte le quali cose sembra potersi raccogliere che quando i codici sui quali si è fatta l’edizione dell’opere dell’abate Gioachimo siano originali, o almeno antichi, per poco che non v’abbia luogo a temere d’interpolazione, o d’impostura, le predizioni in esse inserite si debbon avere in conto di vere e soprannaturali profezie. XII. I confini di brevità, tra cui mi sono prefisso di contenermi, non mi permetton di stendermi più ampiamente su questo argomento; nè mi è necessario il farlo, avendo già rischiarata , quanto si potea bramare, una sì intralciata quistione il più volte lodato P. Papebrochio. Egli riferisce ancora più altre profezie estratte dall’opere dell’abate Gioachimo intorno alle contraddizioni che le sue profezie medesime avrebbon sofferte, alle vicende a cui sarebbe stata soggetta e la sua Congregazione