Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/272

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SECONDO a5i è manifesto dalla dedica a lui fatta del suo libro , sopra la Sfera, da noi pubblicata poc’anzi. Della vita da lui condotta niuno ci ha data finora notizia alcuna. A me è avvenuto di scoprire felicemente ch’egli fu cappellano del papa , cioè probabilmente di Urbano IV, e clic ebbe ancora un canonicato in Parigi, ove però io credo ch’egli non mai abitasse. Ne abbiam la pruova in una lettera del medico Simone da Genova, di cui parleremo nel capo seguente, che così comincia: Domino suo praecipuo Domino Magistro Campano Domini Papae Capellano, Canonico Parisiensi, Simon, ec. (Saxii Hist. typogr. mediol. p. 453). E che ei sia il nostro Campano, si rende anche più certo al riflettere che Simone il prega, acciocchè Philosophiae culmen ad hujasmodi vilia non dedignetur descendere. I moderni comunemente l’appellano Giovanni Campano, ma in tutte le edizioni e in tutti i codici mss. ch’io ho consultati, trattone uno (Catal. Bibl. reg. Paris, mss. t. 4) p. 352 , cod. 74oi)i 01 11011 0 chiamato che col nome semplice di Campano. Checchè sia di ciò, le opere parte geometriche, parte astronomiche da lui scritte cel mostran uomo in queste scienze versato forse sopra ogni altro della sua età. La più nota che abbiamo alle stampe , sono i Comenti sopra Euclide. Il Fabricio (Bibl.gr. t. 2, p. 373) e tutti i moderni scrittori da me veduti affermano concordemente che il Campano tradusse ancora Euclide in latino , valendosi a ciò fare della versione arabica; anzi monsignor Huet gravemente il riprende (De claris Interpr. p. 227) perchè lo abbia colla