Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/510

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SECO\DO ^S[) degli antichi libri de’ Maestri Dottori (Storfiorent. c. 4°)j e a que’ tempi cosa scritta e cosa infallibile venivano a significare lo stesso. Anzi egli volle anche istruirci ove avesse trovati sì pregevoli monumenti: Io Ricordano, die1 egli (ih. c. 41) > ful nobile cittadino di Firenze della casa de’ Malespini... e ab antico venimmo da Roma... e io sopraddetto Ricordano ebbi in parte le sopraddette scritture da un nobile cittadino romano, il cui nome fu Fiorello di Liello Capocci; il quale Fiorello ebbe le dette iscritture de’ suoi antecessori, scritte al tempo in parte, quando i Romani disfecciono Fiesole, e parte poi, perocchè il detto Fiorello l’ebbe, che fu uno de’ detti Capocci, il quale si dilettò molto di scrivere cose passate, ed eziandio anche molto si dilettò di cose di Strologia. E questo sopraddetto vide co’ suoi propri occhi la prima porta di Firenze , ed ebbe nome Marco Capocci di Roma. Poi al tempo di Carlo Magno fu un nobile uomo di Roma , il quale fu della sopraddetta schiatta de’ Capocci, il quale trovando in casa loro a Roma le sopraddette iscritture seguitò lo scrivere de’ fatti di Fiesole, e di Firenze, e di molte altre cose. Ed io sopraddetto Ricordano fui per femmina, cioè l’avola mia, della detta casa de’ Capocci di Roma, e negli anni di Cristo mille dugento capitai in Rorna in casa a’ detti miei parenti, e quivi trovai le sopraddette iscritture, e inspezieltà iscrisse quello che trovai iscritture de’ fatti della nostra città, cioè di Fiesole, e ancora di Firenze, e di molte altre croniche e iscritture vi aveva iscritto,