Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/521

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500 LIBRO alle cose avvenute in Milano a’ tempi di Ottone Visconti arcivescovo di quella città dall’anno 1262 fino al 1295. Stefanardo fu uomo per la sua età assai dotto, e autor di più opere storiche, legali e canoniche , che diligentemente si annoverano dal Muratori (ib. vol. 9, p. 59), da cui ancora si rilevano alcuni errori commessi dal Vossio nel ragionarne. Egli fu il primo che da Ottone Visconti fosse eletto a lettore di teologia nella sua metropolitana l’anno 1296, come altrove abbiamo osservato5 ma un anno solo ei sostenne tal carica , essendo morto nel seguente anno 1297. Questi dunque congiungeva insieme l’esser teologo e l’esser poeta e se egli era teologo tanto profondo, quanto è elegante poeta , non avea forse il pari al suo tempo , poichè i suoi versi son certamente i migliori che io mi abbia letti in questa età. Rechiamone i primi versi per saggio: Metropolis lacrimas, civilis praelia litis , Praesulis exilium) dubium cedentis in orbem, Militiae reducis gratum) mucrone triumphum , Diva, refer. Rupes vati Pegasea faveto. Heroicis cedant elegi, quia fata relinquo In patrios bacchata lares. Nunc gesta supersunt Aonio pangenda metro, ec. Della pubblicazione di questo non del tutto infelice poema, che è la sola opera di Stefanardo che abbiamo alle stampe, dobbiamo esser tenuti all’immortal Muratori che prima gli ha dato luogo ne’ suoi Anecdoti latini (vol. 3), poscia nella gran Raccolta degli Scrittori delle cose italiane (l. cit.). Convien dire però ch’ei non avesse ancora veduta l’opera dei PP. Quetif ed Echard