Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/567

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5/,6 LltUO Ella non ci diceva alcuna cosai Ma lasciavane gir solo guardando A guisa di leon, quanda si posa. Purg. c. 6, v. 61, ec. Questa descrizion di Sordello ci fa conoscere ch’egli era uomo d’alto affare e ¿I1 indole generosa: che d’un uom plebeo, o d’un ozioso poeta non avrebbe Dante così parlato. Virgilio l’interroga della via per entrare nel Purgatorio: Sordello non risponde; ma poichè ode che chi con lui ragionava, era mantovano, Sorse ver lui dal luogo ove pria stava, Dicendo■■ O Mantovano, io son Sordello Della tua terra; e l’un l’altro abbracciava. Dall’amor patriotico che.vede in Sordello, Dante trae occasione di una lunga invettiva contro l’Italia , ove l’amor della patria sembrava omai per le civili guerre continue interamente estinto. Quindi Virgilio si dà a conoscere più chiaramente a Sordello (c. 7, ec.); seguono i complimenti e le interrogazioni vicendevoli; e poscia Virgilio prega di nuovo Sordello a condurlo al Purgatorio: Rispose: luogo certo non s’ è. posto: Licito ni c andar suso ed intorno Per quanto ir posso , a guisa mi t’accosto. Ciò detto, Sordello conduce Virgilio e Dante su un colle onde veggon l’anime de’ principi e d’altri gran personaggi, i quali pure aspettavano che venisse il tempo di purgarsi delle lor colpe; e dopo vedute altre cose che nulla montano al nostro intento, Dante si addormenta; e allo svegliarsi più non vede Sordello, ed entra sol con Virgilio nel Purgatorio. Tutto