Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/698

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tf.rzo G77 s1 egli ai esse pollilo condurre la sua opera a fine. Proc’jureretn dunque di supplire, come meglio ci verrà fatto, a ciò che questo dotto scrittore non ha potuto; perciocchè essendo questa, per quanto io credo, la più antica versione di qualche opera di Cicerone, e uno de’ primi libri che siano stati scritti in prosa italiana, merita di essere con qualche diligenza illustrata. La prima edizione che di essa siasi fatta, è del 1478, ed è intitolata: Rettorica nuova di M. Tullio Cicerone traslatata di latino in volgare per lo ex indo Maestro Galeotto da Bologna (Argelati Volgarizzat, t. p. 261), dietro alla qual edizione più altre poi son venute, il cui catalogo si può vedere presso l’Argelati Argelati (e.; t. 1, p. 2 59, ec.; t. 5, p. 452), in una dissertazione del P. Paitoni (Piace, di Opnsc. t. 44 j et aP- -drgelali l. cit. t. 3, p. 290), e nelle note del ch. Zeno al Fontanini (t. 1, p. 122). Or qui è ad avvertire primieramente che questa, che s’intitola Rettorica nuova, non è altro finalmente, come osserva il P. Paitoni il quale con diligenza 1 ha esaminata. che un compendio de’ libri de Inventione di Marco Tullio. In secondo luogo vuolsi riflettere che in questa più antica edizione il traduttore chiamasi semplicemente maestro Galeotto da Bologna, e così pure si legge in qualche altra antica edizione. Al contrario in tre codici mss. che si rammentano dall’Argelati (t. 1, p. 231; t. 5, p 45-3)» di questo volgarizzamento si fa autore F. Guidotto da Bologna. Questa diversità di titolo e di nome io credo che d terminasse Ovidio Montalbani, il quale l’anno 1658 ne procurò in