Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/748

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TERZO ~2~ vie maggiormente. Ma ciò non ostante altre città non voglion cederle il primato: e sopra tutte Bologna che vanta aneli’ essa pittori nè meno antichi nè men valorosi di Cimabue. Contro il Vasari, che fu il primo a porre in maggior luce le glorie de’ Fiorentini, levossi, ma più di cent’anni dopo, il conte Carlo Cesare Malvasia che nella Introduzione alla sua Felsina, pittrice non temè di onorare il Vasari (del titolo di bugiardo (p. 9)), perchè avesse scritto che innanzi a Cimabue la pittura fosse piuttosto perduta, che smarrita, e che ella prima che altrove rinascesse in Firenze. Il Baldinucci. che allora stava pubblicando le sue Notitie de’ Professori del Disegno, dal libro del Malvasia prese occasione di entrar di nuovo nella questione , e così nelle Notizie medesime, come nell’Apologia al principio di esse aggiunta, e nel Dialogo intitolato la Veglia, difese con molto ardore le glorie de’ suoi Fiorentini. Prima del Malvasia avea brevemente scritto in difesa de’ pittori veneziani il cavalier Carlo Ridolfi per dimostrare che in Venezia assai prima di Cimabue erasi usata non senza lode la pittura (Le meraviglie dell Arte, t. 1. p. 13), e similmente più altri hanno scritto per altre città. Siena ancora contrasta questo primato a Firenze, come tra poco vedremo; e molti altri campioni sono usciti a battaglia su questo argomento, e , come suole avvenire , ognun si lusinga di aver ridotto al silenzio il suo avversario (a). Or in sì impegnata contesa (a) Fra quelli che insorsero contra il Vasari, e che