Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/752

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TERZO ^3l Diolisalvi pittore parimenti sauese verso la metà del medesimo secolo. Il P. Wadingo (Ann. Minor. t. 1 ad an. 1233) parlando del gran tempio di Assisi nomina un’immagine del Crocifisso , che egli chiama affabre pictam, a’ cui piedi vedesi il ritratto di frate Elia con questa iscrizione: Frater Elias fecit fieri Jesu Christe pie Miserere precantis Heliae. Giunta Pisanus me pinx.it anno Domini MCCXXXVI, Un altro ritratto di frate Elia, fatto nell’anno stesso e dallo stesso pittore e con somigliante iscrizione, conservasi in Cortona presso il cavaliere Carlo Venuti (Dal Borgo, dell’Univ. pisana , p. 75). Delle pitture del battistero di Parma, e di altre fatte nel secolo XIII in quella città, veggasi ciò che ha scritto l’eruditissimo P. Affò nella sua Vita del Parmigianino ivi stampata nel 1784 (p- 3, ec.). Il Malvasia parla di alcune pitture, che ancor conservansi in Bologna , fatte al principio del XIII secolo da due di questo secolo fìnor conservate, ha egli felicemente scoperti (ivi, p. 272, ec.; 282, eri), e ha con ciò dimostrato ciò che io pure anche rii altre città d’Italia ho brevemente accennato che assai prima di Cimabue erano in Siena pittori non infelici, e che la scuola sanese , che ei mostra doversi distinguere dalla fiorentina , fu ancor di essa più antica. Lo stesso dee dirsi della scuola pisana in cui molto pi ima di Cimabue fiori il suddetto Giunta. Veggasi l’opera altre volte citata del sig. Alessandro Morrona (Pisa iUuslr. t. 1 ,p. 146, ec.), il quale ragiona ancora di alcuni antichi scultori e fonditori in bronzo, ch’ebbe quella città.