Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/125

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88 LIBRO e del diritto singolarmente, fuorchè tu peritissimo nell’uno e nell’altro diritto , e di uno ancora avuto in conto di fondatore ed interprete unico e singolare? E chi fuor di te potrebbe, o vorrebbe sottoporre le spalle a una sì grande rovina della letteratura? E forse a questa protezione che Urbano V accordava alla università di Bologna, si dee attribuire ciò che leggiamo nell’antica Cronaca di questa città (Script. Rer. ital. vol. 18, p. 486), cioè che l’anno 1369 es“ sendo stati costretti ad uscirne tutti i sudditi di Barnabò Visconti signor di Milano, ne furono eccettuati gli scolari. Ma certamente dee da esso riconoscere quella università, che ciò che da Innocenzo VI era stato ordinato riguardo alla cattedra e allo studio teologico, e che non erasi ancor seguito, si conducesse ad effetto l’anno 1364, (di che diremo più a lungo nel libro seguente. E inoltre il Ghirardacci accenna più privilegi che lo stesso pontefice accordò all’università per ristorarla da’ gravissimi danni sofferti (t. 2, p. 284)vin. VJII. Ad accrescere vie maggiormente, quanto Elogio d.*i, „7, 1. raniinaie Ai- il permettevan que’ tempi, la lama dell umverÌJTLJSi sità di Bologna, dovette giovar non poco la .’ J1/ fondazione del collegio degli Spajmuoli, che in Grrgot io XI. 11 • ^ • • l* 1 quella città tuttavia sussiste, ordinata nel suo testamento dal cardinale Egidio Albornoz. Era egli legato in Bologna, e per tal modo erasi conciliata la stima e’ ’l rispetto de’ cittadini, che l’autore della più volte citata Cronaca, dopo averne narrata la morte avvenuta in Viterbo neiP agosto del 1367, ne lasciò scritto il seguente elogio (l. cit. p. 482): Fece comunemente ad ogni