Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/259

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222 LIBRO questa seconda maniera. Ma poichè, com’egli stesso confessa, ne’ titoli dell’opere da lui composte egli è sempre detto Aiguano, e Ai guano pure è chiamato dal Ghirardacci (Stor. di Bol. t. 2, p. 5 j6) che riferisce ancora due iscrizioni che tuttor ne adornano il sepolcro, in una delle quali egli è detto Aiguano, nell’altra con leggier cambiamento, e che forse nasce da error di stampa, Aguano, a me pare che la prima maniera si debba preferire alle altre. Il P. Niceron gli ha dato luogo tra gli uomini illustri, dei quali ha scritta la Vita (Mém. des Homm. ill. t. 5, p. 392), e questa è stata compendiosamente tradotta dal ch. Mazzucchelli, delle cui notizie volentieri qui ci gioviamo, perchè le troviamo per lo più confermate da autentici documenti. Michele adunque figlio di Stefano Aiguani e di Giacoma Buonamici, entrato nell’Ordine carmelitano, fu mandato agli studi nell’università di Parigi, ove, ricevuta la laurea dottorale, fu da più capitoli dell’Ordin suo, e da quello singolarmente di Treviri celebrato l’anno 1362, destinato primario lettore di teologia nel suo convento della stessa città di Parigi, nel qual tempo ei compose i Comenti sul Maestro delle Sentenze, che abbiamo alle stampe (a). Dopo aver sostenute più onorevoli (-7) Cosi di Michele come di Bernardo Aiguani, e delle opere loro, più esatte notizie ci ha date il ch. sig. abate Francesco Alessio Fiori negli articoli che ne ha inseriti nelP opera degli Scrittori bolognesi del sig. conte Fantuzzi (t. 1, p. 73, ec.). Da esse raccogliesi che la lor madre fu veramente della famiglia de’ Sereni o Sireni, benchè, secondo il Ghirardacci, essa si dicesse