Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/430

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SECONDO *y3 di che veggansi gli autori or or mentovati e il Fabricio Bibl. med. et inf. Latin, t. 4, p. 11) {a). Ma ni un di essi rammenta i Comenti da lui scritti su’ libri di Aristotele intorno alla generazione, e intorno agli animali, dei quali nell’Orazione sopraccennata fa menzione il Barzizza. XVI. Il Savonarola, nel passo medesimo sopraccitato, unisce a Jacopo da Forlì Marsiglio s da Santa Sofia, come i due più celebri medici de’ quali rimanesse tuttora viva un’illustre memoria. E Marsiglio visse in fatti al tempo stesso che Jacopo. Ma prima di lui tenne scuola di medicina in Padova, e vi salì a gran nome Niccolò di lui padre. Di questo non fa menzione il Savonarola: ma, premesso un magnifico elogio della famiglia di Santa Sofia, di cui dice (l. cit. p. n63) che è celebre non solo tra’ Cristiani, ma tra’ Barbari ancora, che ha avuti innumerabili e famosissimi dottori di medicina, e che quanti maschi di essa nascevano, tutti a questa scienza venivano applicati; dopo ciò dico, egli aggiugne che con pace de’ vecchi comincerà a ragionare di un de’ moderni, cioè di Marsiglio. Noi però non dobbiamo passar del tutto sotto silenzio il suddetto Niccolò. E Papadopoli (l. cit.) e il Facciolati (l. cit. pars 1, p. 46) dicono ch’ei fu scolaro di Pietro d’Abano, e la serie de’ tempi il rende probabile; {ti) Osserva inoltre il sig. Malacarne (De’ Med. r Cerus. piemont. t. 1. p. 47) che Antonio Guainerio nelle sue Opere mediche rammenta due altri trattati inediti di Jacopo da Forlì: cioè dr necessitate Med cinarum, e de necessitate compositionis medicinarun;.