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SECONDO 427 Rolando Piazzola fu uno dei quattro ambasciadori inviati da’ Padovani, sul finire dell1 anno 1311, ad Arrigo VII che allor trovavasi in Genova. Essi vi furono ricevuti con cortesi maniere, e parve che Arrigo non richiedesse dai Padovani che patti assai discreti. Ma essi vennero a risapere che l’imperador già avea risoluto di dare il governo di Padova a Can della Scala dichiarato loro nimico. Tornati perciò in patria, e sparsa tal nuova, tutta la città fu costernata: e, radunato il senato, si disputò lungamente a qual partito convenisse appigliarsi. Il Mussato ci ha tramandato tutto il patetico ed eloquente discorso che fece Rolando per esortare i Padovani a scuotere il giogo di Arrigo, e insieme quello che tenne egli stesso , che pure era stato uno degli ambasciatori per indurgli a più miti risoluzioni (De gest. Henr. VII, l.6, rubr. 1, Script. Rer. ital. voi. io) (*). Ma confessa egli medesimo che l’eloquenza di Rolando fu più della sua efficace. Abbiamo ancora un1 elegia dello stesso Mussato a Rolando. in cui rammenta questa contesa che allora ebbero insieme, e dal titolo di essi raccogliamo quali dignità avessero allora amendue nella lor patria: Ad Rolandum Judicem de Placiola amicum suum sibi conciliandum de contentione inter se habita de rebus publicis, altero existente Jiulicc Ariti ano r um ^ altero priore Gasialdionum (*) Un’altra piuo\a dell’eloquenza di Rolando abbiamo nel’a Stona di Ferreto vicentino, ov5 egli riferisce il breve ma forte ragionamento ch’ei fece al Comune della sua pa ria, per indurlo a conferirne il dominio a Jacopo da Carrara (Script. rer. ital, voi. 9, /;. 117^).