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440 LIBRO stato da gravissime turbolenze sconvolto lo Studio di Bologna , e avendolo abbandonato i j>ro* fessori che solcano tenervi scuola, per andarsene ad altri Studj, i quali per allettar gli scolari procuran sempre di avere i più famosi dottori, perciò noi Rettori e Consiglieri per utile di questa nostra Università, e perchè ella non resti vinta al confronto degli altri Studj, ma anzi li superi, abbiam pensato quai mezzi si possano usare perchè in essa si rinnovino e si perfezionino le scienze, e V altrui malizia non giunga ad ottener la nostra rovina. Abbiam perciò stabilito che se Jacopo di Belviso esimio Professor di Leggi. pel cui credito e senno tutta si regge V Università di Perugia, fosse richiamato a leggere in Bologna, dietro a lui ne verrebbono tutti gli scolari, che or sono in Perugia , e molti altri ancora. Quindi noi porgi porgiam supplica a voi, Capitano, Anziani, e Sapienti.., acciocchè si faccia decreto, che il detto Jacopo col suo figliuolo possano e debban venire a tenere scuola in Bologna senza pericolo suo e del figlio e de’ lor discendenti; e che, s’egli ricuserà di venire, contro di lui si proceda ad arbitrio de’ Rettori. E conoscendo noi i vantaggi di cui in altre città egli gode, nol vogliam danneggiare, ma richiediamo che in compenso gli si accordino più privilegi; cioè, di egli e il figlio e i lor discendenti si considerino come appartenenti alla parte della Chiesa e de! Cere mie si j e che siano come tali in ogni cosa trattati — Noi sappiamo che il detto Jacopo è stato per lungo tempo Consigliere del Re Carlo (secondo di Napoli) di felice memoria,