Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/488

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SECONDO 45I alle consuete pruove per ricever la laurea, queste gli riusciron così male, che ne fu vergognosamente escluso; ch’egli perciò, venuto a Bologna , vi ripigliò con più felice successo lo studio, e ottenne il sospirato onore; e che o per amor di vendetta, o per sentimento di vergogna non fece mai menzione alcuna nelle sue opere de’ maestri che in Padova aveva avuti. Questo scrittor ci assicura di aver veduto il nome di Cino negli antichi catalogi degli scolari di quella università, e noi non gliel possiam contrastare. Ma ei ci permetterà di non creder sì presto ciò ch’ei racconta delle vicende di Cino, di cui non credo ch’ei ci possa additare vestigio nè negli antichi catalogi, nè in alcun antico scrittore. Ei fu prima assessore in Roma di Lodovico da Savoia, quando questi era vi senatore, come pruova il Panciroli, la qual dignità ebbe Lodovico l’anno 1310 (V. Raynald. Ann. eccl. ad h. an.). Quindi, se crediamo al Panciroli, fu professore a Bologna (*), e vi scrisse il suo voluminoso Comento, (*) Che Cino da Pistoia ricevesse l: onor della laurea in Bologna, e che ciò avvenisse nel 13 * 4-? è cosa di cui non è più lecito il dubitarne; poichè se ne ha alle stampe il diploma segnato ivi a’ 9 decembre del detto anno (Osserv. sopra il Diritto feud. Livorno 17^4 1 p. 63), se non che ove leggesi de mandato Venerabilis Viri Domini Guido ni a de Legis , dee leggersi Domini Guidonis de Gitisi s, come ra(cogliesi da altri monumenti bolognesi, e singolarmente dalla Storia inedita del Diplomatico. Convien dunque dire che Cino scrivesse i suoi Comenti sul Codice, mentre era ancora scolaro, e mentre trovavasi a (juatche universi!;» diversj dalla bolognese, come il passo da me nella