Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/520

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SECONDO 4^3 decisa una lite, fu ucciso nel 1353, mentre di nottempo usciva di casa. Il Panciroli ha raccolto (l cit.) i magnifici elogi con cui ne parlano i giureconsulti napoletani, e singolarmente Matteo d1 Afflitto, il quale afferma che le parole di Andrea non debbonsi scorrere in fretta, ma ponderare maturamente; e ciò per riguardo a’ comenti da lui scritti, che ancora ci rimangono, sulle Leggi feudali e sulle Costituzioni del regno di Sicilia (*). Il Muratori al contrario ne ha parlato con non poco disprezzo (praef. ad. Leg. Langob. t. 1, pars 1 Script. Rer. ital. p. 5), pel biasimar ch’egli ha fatto ne’ comeuti le leggi de’ Longobardi. Forse Andrea ne ha esagerati troppo i difetti; ma credo ancora che altri le abbian lodate oltre il dovere. Di questo giureconsulto niuna menzione ha fatta il Fabricio. XXVII. Siegue ora l1 altro oracolo della ci- xxvtI | li..ido; sur» vile giurisprudenza di questo secolo, scolaro primi «indi, prima e poscia rivale di Bartolo, a cui si dice *tr;UB‘mi,c" che fosse superiore in ingegno, ma non in maturità e in senno; dico il celebre Baldo. Di lui, oltre più altri scrittori, parla lungamente il Panciroli (c. 70), e più lungamente non meno che più esattamente il co. Mazzucchelli (Scritt. ital. t. 1, par. 1, p. 146). Quindi, secondo il nostro costume, noi direm brevemente di ciò che da essi è stato chiaramente provato; e l’arem (*) 11 sig. Origlia ha confutato il racconto che ci fa il Panciroli dell’infelice morte di Andrea Rampini da Isernia} e ha mostrato ch’egli era gii» morto nel i3i6 (Slor. dello Stud. di Nup. t. 1, p. 169, ec.).