Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/527

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49^ LIBRO eletto. Quando l’università di Pavia fu trasportata a Piacenza, tra’ professori di essa era ancor Baldo, come si vede dall’altre volte rammentato catalogo del 1399, in cui ancor si specifica il lauto stipendio che gli si pagava ogni mese: D. Baldo de Perusio legenti Codicem Ordinarium l. 164. (Script. Rer. ital. vol 20 p. 939). L’anno seguente fu l’ultimo della vita di Baldo, che morì, se dobbiam credere al Mattioli (in l. 6 Dioscor. c. 36), morsicato da un suo fedel cagnolino improvvisamente fatto rabbioso. Intorno all’anno della morte di Baldo veggasi il co. Mazzucchelli che ha riferite e confutate le altrui opinioni, e ha provato ch’ei morì a’ 28 di aprile del 1400, singolarmente col testimonio dell’iscrizion sepolcrale postagli in Pavia nella chiesa di S. Francesco, del cui abito ei volle allora essere rivestito. Ma questo esatto scrittore non ha posto mente a una difficoltà che contro quest’epoca ha prodotto monsignore Mansi (Fabr. Bibl. med. et inf. Latin, t. 1 , p. 166). Ei cita un codice della cattedrale di Lucca, in cui si legge una Ripetizione di Baldo sul giuramento con questa nota: Repetita fuit haec lectio per Baldum de Perusio Civem Perusinum J. U. D. in felici Civi tata Florentiae... Actum 1413 hic in dicta Civitate; ed egli perciò dubita che l’iscrizione sepolcrale di Baldo sia di troppo recente data; e che, più che ad essa, si debba aver fede al suo codice. Ma per una parte l’iscrizione è appunto in quel barbaro stile che allor si usava, e che non molto dopo cominciò a cambiarsi