Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/102

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606 LIBRO altre parti avvenute. E io darò principio da’ fiorentini, e dagli scrittori, toscani sì perchè essi sono i più celebri di questa età , sì perchè, avendo scritte comunemente le Storie nella materna lor lingua , giovaron non poco a perfezionarla e vie maggiormente abbellirla. Il più antico tra quelli di questo secolo è Paolino di Piero fiorentino che al principio di esso cominciò la sua Cronaca da lui divisa in due parti, la prima delle quali dal 1080 giunge fino al 1270, f altra, in cui scrisse le cose ch’egli stesso vedute avea, arriva fino al 1305, scrittor diligente e che, rigettando non poche favole che da altri erano state adottate, ed esaminando con diligenza le Cronache più fedeli che egli non rare volte allega, si sforzò , per quanto gli era possibile, di darci una esatta Storia della sua patria, a cui ancora aggiunse più altre cose di altre province, scrivendo però con istile non troppo colto, e commettendo egli ancora più falli. Il primo a darci esatta contezza di questa Storia, che era manoscritta nella Magliabecchiana , fu il ch. abate Mehus (Vita Ambr. camald p. 160). Ed essa è stata poi recentemente data alla luce prima in Roma , poscia nell1 appendice alla Raccolta degli Scrittori delle cose italiane, pubblicata in Firenze (t. 2, p. 1, ec.), nella cui prefazione si son raccolte le assai scarse notizie che di questo scrittore si son potute rinvenire. XII. A più breve spazio di tempo ristrinse la sua Storia patria Dino Compagni, perciocchè ei non si stese che dal 1270 al 1312. Questa ancora non è stata data alla luce che a’ nostri «