Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/124

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628 libro XXII. Amico pur del Petrarca, e degno per la sua letteratura di tale amicizia, fu Benintendi de’ Ravcgnnni gran cancelliere della stessa Repubblica. Assai esattamente di lui ha scritto il eli. P. degli Agostini (Scritt venez. t 2, p. Ò229 ec.), e io non farò perciò che accennare ciò ch’egli ha comprovato con autentici documenti. Egli era nato in Venezia poco innanzi al 131 n, e in età ancora assai giovanile sostenne per la sua Repubblica un’onorevole ambasciata alfimperadrice di Costantinopoli l’anno i34o. Due anni appresso, benché non avesse ancora compiuta l’età di venticinque anni, necessaria a tal impiego, fu eletto a pubblico notaio: e quindi l’anno i346 inviato ambasciadorè agli Anconitani, perchè non desser favore alla ribellione di Zara. La stima a cui egli era bensì composta, ma non pubblicata la suddetta censura; e astennesi poscia dal pubblicarla , anche perchè essendo stato frattanto il Foscarini sollevato alla dignità di doge, mentre il Tartarotti aspettava miglior occasione per darla in luce, premorì al suo avversario l’an 1761 , e il lavoro rimase inedito. Di esso, e degli Atti di questa controversia, e di un’Appendice pure inedita alla dissertazione sugli Scrittori citati dal Dandolo , io ho copia per cortese dono de’ miei eruditi amici il cavalier Carlo Rosmini e il cavalier Clementino Vannetti di Roveredo. E quanto alla censura, non può negarsi che il Tartarotti non rilevi inesattezze e falli non pochi nel suo rivale. Ma non può ancora dissimularsi che, come suole accadere quando la critica e dettata da animo inasprito, spesso egli si arresta in cose troppo frivole e non degne di esser rilevate; e che non sempre le sue censure son ragionevoli e giuste j benché pure in questa, come nelle altre sue opere , ei si mostri uomo erudito ed elegante scrittore.