Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/334

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838 LIBRO donna serbare l’onore, la fece sotto altro nome allevare; nel secondo ella era maritata, e perciò la Fiammetta, parlando presso il Boccaccio di sua madre, dice eli’ ella due dubbi padri le diede nel nascimento (ib.). Inoltre nell’opera intitolata la Fiammetta, in cui pretendesi che il Boccaccio sotto il nome di Panfilo abbia descritti i suoi amori con essa, egli racconta che era stato costretto a lasciar Napoli e la Fiammetta , perchè suo padre, mortigli tutti gli altri figliuoli, stringevalo con preghiere a venire in soccorso della sua vecchiezza: la inevitabil morte... di più figliuoli nuovamente me solo ha lasciato al padre mio (Fiamm. p. 23 , ed. Gioì. i558). Or egli è certo che Jacopo fratel di Giovanni gli sopravvisse non poco, come pruovasi da’ documenti addotti dal Manni (p. 104). Nella Fiammetta e nel Filocopo l’innamoramento del Boccaccio si dice seguito in un tempio. Nel Ninfale d’Ameto al contrario, senza alcuna previa disposizione, l’amante entra furtivamente nella stanza della Fiammetta (p. 73). Finalmente il Boccaccio, nella lettera già citata alla sua Fiammetta, si duole che , mentre egli ancor 11’ è acceso, ella abbia cambiato l’amore in odio; al contrario nella Fiammetta ei la rappresenta come abbandonata dal suo amante. Tutte queste contraddizioni ne’ diversi passi in cui il Boccaccio ragiona della Fiammetta, a me sembrano un evidente argomento a conchiudere ch’egli, benchè forse sia vero che in Napoli s’innamorasse di una giovane d’alto affare, in ciò nondimeno che ci racconta dell’oggetto e del frutto de’ suoi amori,