Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/179

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PRIMO ’ lG3 gli era nemico; che del titolo datogli da Pomponio in quella sua lettera, lo stesso Pomponio avrebbe potuto render ragione, poichè diceasi che esso sarebbe stato fra poco condotto incatenato in Roma; che quanto a sè, uomo privato, com’era, avea sempre pensato a tutt’altro che a divenir papa *, e che non avea mai scritto ad alcuno lettera tendente a scisma. Finita così la tortura e le interrogazioni, fu ricondotto alla carcere. Frattanto Pomponio giugne a Roma , e vien tratto in giudizio. Richiesto, per qual ragione mutasse il nome a’ giovani, Che importa a voi, rispose liberamente, e che importa al pontefice, s’io mi vò chiamare finocchio, purchè in ciò non v abbia nè frode nè inganno? Perciocché, dice il Platina, per amore dell1 antichità ei dava ad altri tai nomi, acciocchè questi fosser quasi uno sprone che gli animasse ad imitare gli ottimi autori. Più altri furono arrestati e posti alla tortura, fra’ quali nomina il Platina un certo Lucillo , e Petreio compagno di Callimaco. La venuta dell1 imperador Federigo interruppe per qualche tempo il processo de’ rei. Poichè egli fu partito da Roma, il pontefice recossi egli medesimo a Castel S. Angelo, e volle esaminare i prigionieri. Al Platina, fra le altre cose, fu opposto il disputare che faceano gli Accademici della immortalità dell1 anima, e il seguire le. opinioni platoniche. Al che rispose il Platina, che S. Agostino ancora avea sommamente lodato Platone j clic a ninno era stato mai vietato il disputare per esercizio d1 ingegno, e che egli avea sempre menata vita conforme alla