Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/190

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174 LIBRO il. Tre Italiani verso il cominciamento di questo secolo viaggiarono in Grecia, per apprenderne più perfettamente la lingua, Guarino da Verona, Giovanni Aurispa e Francesco Filelfo, de’ quali dovrem parlare ove ragionerem dei gramatici di questo secolo. Del primo racconta Pontico Virunio scrittore de’ primi anni del secolo XIV, citato dal marchese Maffei (Verona illustr. par. 2, p. 134), che due casse di libri tornando da Costantinopoli ei portò seco, e che essendone per naufragio perita una, Guarino ne fu sì afflitto che incanutì. Lo stesso marchese MafFei crede favoloso questo racconto, di cui non v’ha alcun’altra più autorevole testimonianza. È assai probabile nondimeno , com’ei medesimo avverte, che Guarino recasse di Grecia gran copia di libri; perciocchè egli, come vedremo, fu amantissimo della greca letteratura , e a lui in gran parte si dee il propagarsi eli’ ella fece per tutta Italia. Più certi monumenti abbiamo del pregevol tesoro di libri , con cui l’Aurispa e il Filelfo da Costantinopoli fecer ritorno. Il primo ne parla spesso nelle sue lettere ad Ambrogio camandolese (Ambr. camald. Epist. l. 24, p- 47 * cc-) e in una singolarmente in cui avendogli chiesto Ambrogio, se seco avesse portato di Grecia de’ codici sacri , gli risponde che di tal genere non ha recato che circa 200 lettere di S. Gregorio Nazianzeno; che molti libri sacri avea egli in addietro mandati da Costantinopoli in Sicilia , ove era nato, e che ciò avea data occasione a1 suoi nemici di accusarlo presso