Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/219

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PRIMO 203 F elogio clic della magnificenza di questo granf11 uomo, nel raccogliere pregevolissimi codici, ci ha lasciato Angiolo Poliziano nella bella lettera in cui ne descrive la morte. Niccolò Leoni ceno racconta di aver udito dal medesimo Poliziano, che Lorenzo soleva dire talvolta ch' egli bramava di esser importuno a tal segno a comperar nuovi libri , che fosse perfin costretto a vender per essi tutti i suoi mobili (Politi l. 2, ep. 7). E più altre ancor più minute notizie se ne possono leggere presso i tre più volte lodati scrittori, l’ab. Mehus e i canonici Biscioni e Bandini.

XV. Chi avrebbe creduto che tante spese e tante sollecitudini di Lorenzo de’ Medici nel formare questa sì magnifica biblioteca dovessero, appena egli fu morto, venir quasi al nulla? Grande esempio dell’incostanza delle cose umane c degl’inutili sforzi degli uomini per eternare i loro disegni! Pietro de’ Medici , figliuol di Lorenzo, rendutosi odioso a’ Fiorentini per la poco saggia condotta da lui tenuta con Carlo VIII, re di Francia, essendo stato cacciato da Firenze l'anno 1494! insieme co’ suoi fratelli, entrò Carlo nel novembre dello stesso anno col suo esercito in quelle città. Bernardo Rucellai, che era di qne’ tempi in Firenze, descrive (De Bello Italico, p. 52) il guasto che in quella occasione fu dato alla biblioteca che Lorenzo aveasi raccolta in casa, parte di cui da’ vincitori Francesi, parte da alcuni de’ medesimi Fiorentini sotto mendicati pretesti fu involata: ut non possim non deplorare inter subìtas Jundatiss inule famitiac ntznas Medicacatn