Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/221

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PRIMO 2o5 c che due anni appresso, essendo di nuovo la repubblica in gravi angustie, ed essendosi di nuovo parlato di cotal vendita, i frati col prezzo di tremila fiorini, compresi i due mila già dati in prestito, fecero compera e di quelli che già erano presso loro, e di quelli ancora che qua e là eran dispersi. A raccogliere questi eransi già adoperati i Fiorentini, come raccogliesi da alcune lettere da esse scritte a tal fine F anno chesi accennano dall’ab. Mehus (ib. p. 70), una delle quali è stata data alla luce dal canonico Bandini (praef. ad CataL Codd. graec. p. 12). Ma ciò che servir doveva a custodire più gelosamente que’ codici, diede anzi occasione a perderne parecchi altri, se crediamo a una Cronaca manoscritta di Pietro Parenti , citata dal suddetto canonico Bandini, che all’anno 1497 , parlando del celebre f Girolamo Savonarola, dice: Etiam de’ libri di Pietro de’ Medici, i quali nella Libreria di S. Marco in buona parte si rii bis sono , fece parte a’ Cardinali, per cui mezzo delle scomuniche e altri processi controgli si difendeva. Tanta forza avevano in Firenze le sue arti. Nei tumulti che a cagion del medesimo Savonarola si eccitarono in Firenze fanno 14i)8, come racconta il sopraccitato annalista di quel convento , alcuni nobili giovani fiorentini, temendo che in quel disordine nuovo danno potesser soffrire que’ libri, agli otto di aprile si posero alla custodia così della biblioteca antica de’ frati, come di quella che essi aveano comperata: ne quid per tumultum populi raperetur, ac praesertim duae pulcherrimae Bibliothecae,