Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/275

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PRIMO * 5g caratteri «li quella lingua ei diede nella Hypnerotomachia da lui stampata); che avrebbero ricevuti più libri in ogni sorta di scienze, talchè nulla sarebbe rimasto loro a bramare; che questa era impresa, a dir vero, di reale magnificenza , ristabilire le belle lettere venute quasi al nulla, diseppellire ciò che era nascosto, supplire a ciò che mancava, e correggere ciò che vi era di difettoso; che perciò volendo Aldo rendersi utile a tutti i dotti , tutti i dotti ancor l’ajutavano; che gli Ungheri e i Polacchi stessi gli mandavan de’ codici da pubblicare , e che gli accompagnavan con doni. Altrove però scrisse Erasmo diversamente, e biasimò alcune stampe di Aldo, come assai scorrette (ib. p. 72); e alcune ve ne ha in fatti, ove gli errori s’incontran frequenti, sì perchè egli volle star troppo tenacemente attaccato agli originali di cui valevasi, e copiarne ancora i falli, sì perchè non sempre ebbe la sorte di aver correttori diligenti ed esatti. Egli stesso confessa che non vi ha alcuna delle sue edizioni che pienamente gli soddisfacciale che ogni errore che in esse scuopre, lo affligge tanto, che se potesse toglierli tutti pagando uno scudo d’oro per ciascheduno , lo pagherebbe volentieri (in Ep. ad Leon. X ante Plntonis Op. 1513). Alle continue fatiche che recavagli la stampa di tanti libri, quanti da lui ne furono pubblicati, aggiunse ancora il tenere scuola di lingua greca , come pruova il Zeno, l’intervenire a’ congressi della sua Accademia , di cui abbiamo altrove parlato, lo scrivere le prefazioni, le dediche, le