Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/409

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SECONDO 3l)3 sollevato. Parecchi furono i vescovadi a’ quali ei venne successivamente promosso, e il Cotta gli annovera con quest’ordine: il patriarcato di Grado e il vescovado di Brescia , i quali non dice in qual anno gli fossero conferiti j poi il vescovado di Piacenza agli 8 d’ottobre dell’anno 138(3j quel di Vicenza nell’aprile del 1387, o 1388 in quest’anno medesimo quel di Novara, e nel 1402 l’arcivescovado di Milano. Il Ronto non nomina che Novara , Pavia invece di Piacenza, e Milano. Ma quanto al patriarcato di Grado e al vescovado di Brescia , non veggo quai pruove ne arrechi il Cotta. Certo nella serie de’ patriarchi di Grado e de’ vescovi di Brescia presso l’Ughelli non veggiam fatta menzione di Pietro, e nulla pure ne ritroviamo nella più esatta serie de’ vescovi bresciani dell’eruditissimo monsignor Gradenigo arcivescovo d’Udine. Nè a me sembra che abbiano alcuna forza le parole da lui usate in una sua lettera, scritta quando da Piacenza fu trasferito a Vicenza , pubblicata dal canonico Campi (Stor. eccl. di Piac. t. 3, p. 306), non obstante nova nostra trans bilione, ove credono alcuni el11 ci voglia accennare che un’altra traslazione era prima seguita 5 perciocché a me pare che quella voce nova non abbia altro significato che di recente. Riguardo agli altri vescovadi , la cronologia del Cotta è conforme a’ più autentici documenti, se non che la traslazione al vescovado di Vicenza deesi certamente fissare all’anno 1388, come, dopo il predetto canonico Campi, pruova il chiarissimo proposto Poggiali (Stor. di Piac. t. 7, p. 28, ec.). Ma a tutte