Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/416

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4«o unno anche di non creare nuovi cardinali, finchè non avesse fine lo scisma, a condizione però, che altrimente nol consigliasse il bisogno di contrabbilanciare il partito dell’antipapa. Quindi la suddetta creazion da lui fatta irritò gli animi dei cardinali antichi, ai quali parve che essa non fosse necessaria, ed essi perciò non vollero in alcun modo riconoscere i nuovi, e cominciarono a ideare il concilio di Pisa, in cui, deposti i due contendenti al papato , fu eletto Alessandro V’. Giovanni pensò certamente che Gregorio avesse ragioni per dispensarsi dal giuramento, e che a sè perciò fosse lecito l’accettare la profferta gli dignità, e che questa lo ponesse in dovere di sostenere le parti del pontefice suo benefattore. Ei prese dunque a difenderlo , e perciò si videro uscire contro di lui sanguinosissimi scritti. Fra gli altri, merita d’essere osservato quello che l’ab. Mehus dice di aver veduto (Vita Ambr. camald, p. 140) in un codice della biblioteca del Cardinal Passionei, perchè esso ci mostra fin dove giugnesse il furor del partito, e quale al principio di questo secolo fosse ancora la comune barbarie. Essa è una lettera che si finge scritta a Giovanni da Satana Regnorum Acherontis Imperatore , tenebrarum Rege, profundissimi Ditis Duce, superbiae principe, et omnium damnatorum aeterno trucidatore; e la data di essa è espressa in queste eleganti parole: Datimi in /torribili Civi tale nostra Ditis apud in/imam par teiu centri terrae in horribilissimo palatio nostro multitudine infinita Daemonum praesente sub caractere nostri consueti et aeterni sigilli,