Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/428

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4 i 2 LIBRO gliò di tutti i beni, e cercò ancora di averlo prigione. Egli, dopo essere stato per qualche tempo nascosto, rifugiossi presso Filippo Maria Visconti duca di Milano, da cui accolto onorevolmente, fu inviato al concilio di Basilea a trattar la sua causa. E trattolla il Capranica con felice successo ) perciocché que1 Padri, dopo averla per ben tre anni sottoposta all’esame, decisero che gli era dovuta la porpora. Eugenio IV prestò a tal decisione il suo consenso. Ma il nuovo cardinale veggendo di non essergli accetto, ritirossi a menar vita privata senza punto ingerirsi ne’ pubblici affari. Conobbe finalmente il pontefice il raro merito del Capranica, e fattolo legato nella Marca d’Ancona, il destinò a condurre f esercito che difender dovea quella provincia contro l’armi di Francesco Sforza. In questa occasione però fu il cardinale poco felice guerriero) perciocchè volte in fuga le truppe pontificie, egli ferito in un fianco e in una mano, fu costretto a cambiar di veste per sottrarsi a’ nemici , e rifugiosi in Osimo. Dallo stesso pontefice, e poscia da Niccolò V e da Callisto III fu similmente occupato in diverse ardue commissioni, fra le quali due singolarmente gli ottenner gran lode, la concordia da lui stabilita fra’ Genovesi divisi già da lungo tempo per domestiche ostinate discordie, e la pace che per opera di esso concedette Alfonso re di Napoli alla Chiesa da lui lungamente travagliata colf armi. A queste gloriose azioni del Cardinal Capranica aggiugne il Poggio il ragguaglio delle singolari virtù ond’egli era adorno. Niuna a lui ne mancava di