Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/462

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440 li uno tra ’I suo Online e quel de1 Minori. In questa ei trionfò dei suoi avversarj!. Ma in (quella dei monti di pietà non fu ugualmente felice, essendo essi stati confermati di nuovo da Leon X. nel 1515.

XXV. Tutti i teologi , de’ quali abbiamo finor parlato, o quelli almeno di cui ci rimangon le opere, benchè uomini di profonda dottrina , usarono nondimeno ne’ loro libri di quello stile inculto e privo di ogni ornamento che proprio era stato fino a que’ tempi di tutti i teologi e i filosofi scolastici. Il primo scrittor teologo che ardisse d’introdurre ne1 profondi misteri della Religione I eleganza degli antichi scrittori, e di rivestire in più leggiadra maniera quelle stesse materie che finallora erano state involte fra gli orrori della barbarie, fu Paolo Cortese, di cui si ha una breve Vita premessa al Dialogo intorno agli Uomini dotti, da lui composto, e stampato per la prima volta l’anno 1734 in Firenze. In essa si dice eli’ egli era della nobil famiglia de’ Cortesi di S. Gemigniano castello della Toscana; e se ne adducono due indubitabili pruove in due passi, uno dell’opera intorno al Cardinalato da lui composta, in cui chiama suo municipe (l. 2) Cherubino Quarquaglio, l’altro del suddetto Dialogo, in cui dà il medesimo nome ad Antonio Lollio (p. 53), natii amendue dello stesso castello. Ciò non ostante io credo che si possa affermar con certezza che egli era oriondo di Modena, e del medesimo ceppo da cui è discesa l’antica e nobil famiglia de’ marchesi Cortesi di questa città. Non entrerò io qui in