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566 LIBRO

XXVIII. Dopo aver per trent’anni, come abbiamo udito da lui medesimo, tenuta scuola, contandone egli cinquanta!rè di età, passò in Ungheria alla corte di Mattia Corvino, che fu re di quella provincia dal i (58 fino al i (90, e celebre protettore de’ letterati, singolarmente degli Italiani. E qui convien osservare che due volte fece Galeotto quel viaggio; la prima a’ tempi di Paolo II, l’altra a’ tempi di Sisto IV, come chiaramente comprendesi da diversi passi delT opera da lui scritta De dictis et factis Mathiae Regis, e di quella più volte accennata contro il Merula. In questa egli racconta (p. 99) la famosa lotta ch’egli ebbe in Boemia innanzi al re suddetto contro un celebre lottatore di nome Aleso, da cui sfidato Galeotto, benchè stranamente pingue, seppe nondimeno sì destramente difendersi ed assalire, che afferrato il baldanzoso nimico , e levatolo in alto , gittollo con tal impeto a terra, che convenne portarlo via moribondo. Colla qual occasione egli accenna altre simili lotte che in diverse parti d’Italia avea sostenute: Citetur ager Patavinus; citetur Veronesis: adducatur Etruria in testimonium: non praetermittatur regio Romana, ubi documenta fortitudinis plurima emisimus. Or egli dice che la lotta sopraccennata seguì mentre Mattia ad esortazione di Paolo II faceva guerra al re Giorgio Podiebracio: il che accadde circa il 1467. È certo dunque che verso quest’anno Galeotto andossene la prima volta al re Mattia. Qual fosse il motivo di questo suo viaggio, egli nol dice. Ma non v’ha dubbio che la fama dello splendore di quella corte e della