Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/95

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PRIMO ^9 nondimeno che si rallegri ed esulti. Esso sarà talvolta letto da te, in cui rifioriscono le virtù tutte che si possan bramare in un principe, ne proverà la bontà , la clemenza, la cortesia, la saviezza. Teco vedrà i portici, i palagi, i templi che con tante spese e con sì grande magnificenza costì s innalzano. Ammirerà in te la sperienza nell’arti di pace e di guerra. Udirà le tue imprese domestiche ed esterne, le vittorie maggiori di ogni aspettazione, gli stratagemmi 7 i trionfi, la gloria, che non ha altri confiniy che il corso del sole. Stupirà al vedere la tua quasi sovrumana grandezza di corpo, la robustezza delle membra, la dignità del sembiante , la maturità degli anni, una certa singolar maestà congiunta con ugual cortesia, tale insomma , qual conveniva che fosse un principe , cui il romano pontefice con tutto il sagro senato ha di recente eletto a governatore ed arbitro di tutto lo Stato ecclesiastico. Sarà esso inoltre compagno e partecipe dei tuoi ragionamenti. Vedrà quanto onori i professori di eloquenza, con quanta degnazione accogli gli uomini dotti; talchè sembra che gli studj delle beir arti, esuli prima e raminghi, abbian per te solo ricuperata e la vita e la patria. Nè minori sono gli elogi con cui ne ragiona il Prendilacqua nella Vita poc’anzi mentovata di Vittorino, ch’ei dedicò al medesimo Federigo. Descrive egli a lungo la belle speranze che dava di se medesimo fin d’allora quel giovane principe, in cui non sapeasi se più dovesse lodarsi la nobil maestà del sembiante, o la singolare modestia che ad essa andava congiunta j dice