Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/126

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xin. Di Fiiipii tirino 768 LIBRO presso l’Oudin De Script, eccl. t. 4,p. a376, ee.); e più esattamente presso monsignor Mansi nelle sue giunte al Fabncio (li ibi. meiL et inf. Latin, t. 4 p 289, ec.), ove annovera più opere manoscritte di Lodovico, che si conservano nella imperial biblioteca di Vienna, e che ci mostrano ch’egli era un de’ più dichiarati sostenitori di quel concilio contro il pontefice Eugenio IV.

XIII. Se la gara delle università nell’invitare alcun professore alle lor cattedre basta a provarcene il merito singolare, pochi giureconsulti furono in questo secolo che si potessero paragonare a Pier Filippo Corneo nobile perugino. Il Panciroli ne parla non brevemente (c. 95), traendone le notizie singolarmente dalla Vita che ne ha scritta Francesco Maturanzio, e che c premessa al primo tomo de’ Consigli del medesimo Pierfilippo, benchè il Panciroli mai non la citi. Il Corneo, dopo appresi i primi elementi, si volse in età di soli 12 anni allo studio del civile Diritto, e con tale ardore vi si applicò, nulla perciò curandosi di qualunque trastullo proprio dell’età sua giovanile, che presto si vide quanto gran fama dovesse in ciò ottenere. Ebbe a suoi maestri alcuni de’ più celebri professori, e fra gli altri Benedetto Capra da noi mentovato nel tomo precedente, e Giovanni da Montesperello. Presa la laurea, cominciò a tenere scuola nella sua patria stessa , ed egli fu un de’ primi che illustrasse!- le Leggi non solo coll’usar de’ comenti degli altri interpreti, ma col valersi ancora dell’autorità della sacra Scrittura, degli storici, de’ poeti e d’altri autori, secondo il bisogno. Scriveva egli