Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/13

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SECONDO 655 a Talliva. Il Facciolati accenna alcuni decreti per riguardo a lui fatti dal senato veneto, tra’ quali degno è di considerazione quello del detto anno in cui si ordina che, poichè Antonio erasi per alcuni giorni assentato senza licenza, non gli si conti lo stipendio che a proporzione del tempo in cui avea soddisfatto al suo dovere. Bartolommeo Fazio lo annovera tra’ medici illustri del suo tempo con questo elogio. Antonio Cermisone (così ivi si legge) fu annoverato tra’ pochi medici illustri de’ miei tempi. Lesse assai lungamente in Padova gli scrittori di medicina in pubblica scuola, e nondimeno attese ancor a curar molti de’ più ragguardevoli. Più che gli altri stati in addietro , ei seppe ridurre alla pratica il suo sapere, nè ciò per guadagno, o per avarizia; perciocchè nulla riceveva per mercede. Nulla egli scrisse, dicendo che abbastanza era già stato scritto da altri. De Viris ill p. 37'). Il Facciolati osserva che, ove il Fazio scrive non aver Antonio lasciato alcun libro, lo Scardeone afferma che scrisse alcune opere che ebber gran plauso. Se altra autorità non si potesse opporre al Fazio che quella dello Scardeone, il primo come contemporaneo dovrebbe essere creduto più che il secondo da lui lontano. Ma anche il Savonarola, che non solo fu contemporaneo, ma viveva in Padova insieme con Antonio, e dovea perciò essere assai meglio istruito che non il Fazio, accenna i Consigli da lui scritti: post se autem Consilia quaedam reti quii magno in honore habita. E di fatto se ne ha un’antica edizion fatta in Brescia da Arrigo da Colonia