Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/142

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7^4 LIBRO Ini uni si ragioni (‘). Nel 1461 termina il secondo biennio, per cui era stato fermato in Ferrara. Va a Milano, e si trattiene presso il duca Francesco Sforza cinque anni, cioè fino al 1466. In quest’anno, morto il duca Francesco, ne parte, e ottiene perciò previamente il passaporto poc’anzi da noi riferito, per far condurre le sue cose per acqua sino a Bologna, e di là poi a Siena; e qui in fatti troviam professore l’Accolti negli anni 1467, 1468 e 1470 come da alcune lettere del Filelfo a lui scritte ha provato il co. Mazzucchelli. Possiam dunque rimirare come cosa certissima che F Accolti fu per cinque anni al servigio del duca Francesco Sforza col carattere, come sembra, di suo se(*) Se Francesco Accolli è Fautore delle versioni dal greco che van sotto nome di Francesco Aretino, come 10 tengo per fermo, eonvien dire che finito nel 1.761 11 secondo biennio della sua lettura in Ferrara , prima di andarsene in Lombardia , fosse per qualche tempo in Itoma , indi in Firenze, e poscia nuovamente in Roma. Io lo raccolgo dalla dedica della sua versione delle Omelie di S. Giovanni Crisostomo sul Vangelo di San Giovanni da lui diretta a Costino de’ Medici, in cui racconta che udendo egli le rare vir.tù di cui Cosimo era adorno, doleasi dell’avversa sua sorte che non gli avesse finallora permesso di conoscerlo di presenza: che Cosimo scorgendo quasi l’interno suo pensiero, avealo da Roma chiamato a Firenze, e lo avea accollo con rare dimostrazioni d’amore, ed esortatolo a dar l’ultima mano all’accennata versione, il che avea egli poi latto tornato a Roma. La dedica non ha data, e la versione non fu stampata che nel 1470* Ala ella certamente dovea essere scrìtta prima della morte di Cosimo, che avvenne nel 1464.